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Il Viale delle Rose è sicuramente l'immagine con cui il Parco Giardino Sigurtà si è fatto conoscere nel mondo. Lungo il suo chilometro di percorrenza, sbocciano ogni primavera migliaia selezionatissime rose in due varietà Queen Elizabeth e Hybrid Polyantha & Floribunda.
Questo viale rappresenta l'immagine istituzionale del Parco ed è uno dei punti più fotografati dai visitatori: la sua veduta "a cannocchiale" inganna l'occhio del visitatore, perché dà l'impressione di poter raggiungere il Castello Scaligero, fatto costruire alla fine del 1200 dagli Scaligeri, i Signori di Verona, a scopo difensivo per controllare il confine; in realtà il Viale delle Rose conduce ad un altro punto di interesse del Parco, il Labirinto.
Ippolito Pindemonte, poeta della seconda metà del Settecento, era parente del Marchese Antonio Maffei e cita in una lettera la veduta del Castello definendolo di “rara bellezza”; molti decenni dopo il Sig. Carlo Sigurtà decise di recuperare questa bellezza e fece così costruire il bellissimo Viale creando il suddetto effetto visivo, grazie alla medesima altezza delle due colline dove si trovano il Castello e il Viale.
Inaugurato nel luglio 2011, il Labirinto rappresenta uno dei punti di interesse più affascinanti del Giardino.
Al centro sorge una torre, ispirata a quella del parco di Bois de Boulogne di Parigi, che presenta una cupola e due scale contrapposte (che raggiungono l'altezza di 2,50 metri): per i visitatori giungere alla torre sarà una vera e propria ricompensa della soluzione, poiché dall'alto si potranno ammirare le geometrie del percorso stesso e le altre attrazioni naturali del Giardino.
Il Labirinto ospita 1500 esemplari di Tasso (Taxus baccata L.) in un percorso che si snoda tra piante alte più di due metri e che si estende su una superficie rettangolare di 2500 metri quadrati.
Questo labirinto multisoluzione è stato progettato e studiato da Giuseppe Inga Sigurtà con la collaborazione del famoso maze designer Adrian Fisher, che lo considera fra i 3 labirinti più belli al mondo.
Il Labirinto al Parco è anche un esempio di riqualificazione ambientale in quanto questa area in passato era destinata al parcheggio dei pullman.
La Passeggiata Panoramica è una tappa imperdibile nella visita al Giardino: da qui infatti si può cogliere la bellezza del circondario, dalla Valle del Mincio al dolce corollario delle colline moreniche. Da qui si notano i cipressi e i pini e al di là del muretto si possono intravedere gli alti fusti degli alberi della fattoria sottostante. In questa zona si incontrano inoltre un folto gruppo di aceri giapponesi, dalle splendide sfumature giallo oro, rosse e verdi, i bossi del Piazzale dei Tramonti, e il Bosco dei Verdi Aceri.
Il cimitero dei cani, che si trova nelle vicinanze dell'Eremo, è uno dei luoghi più silenziosi del Parco: qui riposano i fedeli amici, pastore belga, pastore tedesco e barboncini, appartenuti alla famiglia Sigurtà. Nel laghetto, a forma di emiciclo, danzano alcune eteree e candide ninfee bianche: questo colore non è casuale, ma frutto di una precisa volontà nel ricordare questi animali, con il dovuto rispetto.
A pelo d’acqua è posta la scultura, realizzata dall’artista Dante Carpigiani, che raffigura un pastore belga con lo sguardo rivolto verso il Parco.
La Grotta Votiva, che sorge nel bosco nelle vicinanze del Labirinto, presenta un angolo dedicato alla Madonna di Lourdes. Costruita in stile rocaille, con pietre naturali e numerosi fossili incastonati, l’opera fu fatta edificare da Antonio Maffei (1759 - 1836) e inizialmente fu denominata Grotta di Gianna: qui, nell’ombra, nella frescura e nel silenzio del bosco i marchesi Maffei accoglievano gli amici più intimi con cui conversavano di filosofia, arte, poesia e amore. Nel 1942 la Grotta di Gianna diventò Grotta Votiva: Carlo Sigurtà ha voluto dedicarla alla Madonna di Lourdes, in ricordo della madre che, come lui, era devota alla Vergine apparsa a Bernadette Soubirous l’11 febbraio 1858.
Il Grande Tappeto Erboso è la distesa più vasta di tutto il Parco. E' un immenso spazio verde costituito da diversi tipi di erba che viene tagliata a giorni alterni. Nel mezzo di questo soffice manto verde si trovano i due Laghetti Fioriti, circondati da piante annuali che vengono messe a dimora a seconda delle stagioni. Tra le acque invece affiorano le aiuole galleggianti con i tulipani in primavera, placide ninfee in estate e gli Ibischi acquatici, tra cui guizzano vivaci le carpe giapponesi Koi, i cui colori sono in accostamento cromatico con le tonalità delle ninfee.
La Meridiana è caratterizzata da un simbolo, un tracciato geometrico inciso elettronicamente sul quadrante. Gli elementi che lo costituiscono (una circonferenza, 64 iperboli, 32 punti e un cerchio), rappresentano in una visione simbolico-figurativa il "Sole sorgente di vita".
Fortemente voluta da Magda e Giuseppe Inga Sigurtà, nipoti di Carlo e attuali proprietari del Parco, questo orologio solare è stato dedicato a Galileo Galilei.
All'interno del Parco è nascosta una piccola area dove la famiglia Sigurtà ha deciso di coltivare circa 40 diverse piante dalle preziose proprietà terapeutiche: il Giardino delle Piante Officinali. Al suo centro si erge la statua di un leone realizzata dallo scultore Giuseppe Brigoni (1901-1960), che sembra voglia vegliare sulle antiche erbe che gli crescono dinnanzi, come lavanda, rafano, salvia e molte altre.
I Giardini Acquatici ricordano per colori e suggestioni i paesaggi ritratti nelle tele dei maestri impressionisti. Di particolare suggestione è l'effetto del riflesso del torrione del Castello Scaligero negli specchi d'acqua, dove galleggiano delicatamente ninfee rustiche e tropicali di sofisticata bellezza.
Negli ultimi anni questi laghetti ospitano tra marzo ed aprile una grande innovazione per Tulipanomania: la presenza di coloratissime aiuole di tulipano rotanti.
L'Eremo di Laura, questo è il nome originario, fu fatto costruire nel 1792 dal Marchese Antonio Maffei (1759-1836). Attraverso la facciata, ornata da una bifora, si può accedere alla contemplazione della statua raffigurante la Madonna.
Nei primi anni di apertura dall'Eremo era diffusa musica classica.
Ogni anno muta la fioritura che si estende da questo edificio dallo stile gotico fiorito al Grande Tappeto Erboso: si tratta di uno spettacolo sempre nuovo che cambia nei colori e nelle forme nel corso delle stagioni.
La statua, che si erge su lastre di pietra di Verona, è di notevoli dimensioni (3,40 m di altezza) tanto che è visibile anche da altri punti del Parco. Lo scultore Dante Carpigiani ha voluto rappresentare Carlo Sigurtà in uno dei suoi abituali atteggiamenti: con il viso sereno, gli occhi buoni, la mano destra che stringe l'inseparabile bastone di Bosso, l'artefice del Parco sembra accogliere i visitatori.
Dietro, su un lastrone di roccia incorniciato da secolari bossi, si possono leggere le parole di vita e speranza scritte dal poeta americano Samuel Ullman (1840-1924): si tratta di un inno alla giovinezza di spirito e di cuore, il "credo" della famiglia Sigurtà e di Albert Bruce Sabin, il grande scienziato spesso ospite del Parco.
Il Castelletto è un edificio merlato con finestre neogotiche costruito a fine settecento dal Marchese Antonio Maffei e che fu inizialmente adibito a "Sala d'Armi" dove il marchese aveva quindi una collezione di armi e armature. Nel secolo scorso il Castelletto è stato luogo di tavole rotonde e di incontri scientifici e letterari. Alcuni scienziati e Premi Nobel furono ospiti della famiglia Sigurtà: Gerhard Domagk, Alexander Fleming, Selman Abraham Walksman, Albert Bruce Sabin e Konrad Zacharias Lorenz.
Oggi il Castelletto è riservato per incontri privati e conferenze stampa, quindi è visitabile solo dall'esterno.
Questo storico edificio si affaccia sul un silenzioso laghetto nel querceto.
La Grande Quercia è una delle attrazioni più amate dai visitatori del Parco e con i suoi quattro secoli di età è uno tra gli alberi più antichi del giardino. La Grande Quercia, qui una quercia farnia, è considerata un esemplare particolarmente interessante grazie alla perfetta armonia tra il tronco (6 metri di circonferenza) e la chioma (120 metri di circonferenza), che copre una superficie di circa 1000 mq.
La sua altezza è di circa 40 metri e abita nella parte storica del Parco.
All'interno del Parco vi sono numerose querce.
I bossi sono tra gli abitanti più caratteristici del Parco Giardino Sigurtà. Diversamente da quanto accade nei giardini all'italiana, dove queste siepi vengono potate seguendo le regole dell'Ars Topiaria, i giardinieri del Parco si limitano ad "accarezzare" la chioma dei bossi, ricavando così cespugli dalle forme particolari e bizzarre, delle forme surreali.
E' una pianta dal legno robusto e prezioso.
Al Parco ve ne sono 40.000 esemplari, che rappresentano la collezione più ricca al mondo e si possono scorgere anche ai piedi del Grande Tappeto Erboso.
All'interno del Parco si trova una Fattoria dove è possibile vedere alcuni animali da cortile tra cui razze avicole locali venete.
Asini, pecore, caprette, galline, tacchini e anatre vi aspettano nell'antica fattoria del Parco, un'area ludico-didattica destinata ai bambini e alle famiglie.
La Fattoria sorge nell'area agricola del Parco ed è sempre visitabile nel periodo di apertura del Giardino.
Tra gli animali si incontra la Gallina Padovana dal ciuffo particolare e presidio Slow Food e il Tacchino Bronzato.
Sulle mura della fattoria si trovano alcuni pannelli descrittivi sulle caratteristiche degli animali da cortile che possono guidare in un percorso autodidatta sia per adulti che per bambini. Inoltre è visibile il percorso "L’Intelligenza delle Piante", supportato da alcuni pannelli grafici divertenti ed interessanti.
Il Parco ha scelto di dedicare un angolo speciale alle coppie: la Panchina degli Innamorati. Questo spazio, circondato dalla Rosa di San Valentino, si trova tra la collina degli Imperatori e l'Eremo : si potrà vivere un momento romantico nel verde o scattare un selfie circondati da favolose rose rustiche, simbolo dell'amore. Molti visitatori durante l'anno si sono scattati una fotografia seduti su questa bianca panchina esplicitando l’amore in tutte le sue forme: tra coppie, tra madre e figlio, per se stessi e molto altro... Noi amiamo ricondividere questi scatti sui nostri social!
Nella valle a loro dedicata si possono ammirare i daini: appartenenti alla famiglia dei Cervidi, questi animali sono mammiferi e presentano nei maschi le caratteristiche corna palmate, la cui larghezza può raggiungere gli 80 cm. Il mantello varia a seconda delle stagioni: d'estate il colore è bruno rossiccio con alcune grandi macchie bianche, mentre il ventre è di tonalità chiara; nel periodo autunnale e primaverile, invece, il manto assume una gradazione bruno scuro - grigiastro, il ventre resta chiaro e non appaiono più le macchie di colore bianco. Animali ruminanti, i daini tendono ad essere gregari, ovvero a formare piccoli gruppi che nel periodo estivo possono trasformarsi in branchi anche numerosi.
Il periodo riproduttivo dei daini va dalla metà di ottobre all'inizio di novembre: dopo otto mesi, durante la stagione estiva la femmina partorisce uno o al massimo due cuccioli. Qui al Parco è facile vederne, come è facile vedere i daini in lotta per amore: non temete, è la loro natura e al cuor non si comanda!